Monelli Lab
La Metodologia
La compagnia teatrale utilizza tecniche di improvvisazione teatrale provenienti dall'esperienza del Teatro in educazione che sono mirate ad esaltare le risorse spontanee di ognuno nell'uso dei diversi canali espressivi: voce, gesto, immagine, musicalità....
Ogni incontro della durata di due ore consiste in:
un momento di accoglienza dei convenuti;
esercizi di riscaldamento e respirazione;
sequenze di esercizi e giochi finalizzati ad improvvisazioni in coppia o gruppo;
saluti finali contenenti suggestioni sulle dinamiche interpersonali e le sensazioni provate.
Per l'allestimento di uno spettacolo teatrale la regista e lo scenografo progettano un percorso da proporre agli "attori". Infatti non si parte da un testo teatrale, ma da un racconto letterario che sembra interessante per le problematiche che suggerisce;
La storia viene divisa in scene e le scene vengono concretizzate in situazioni.
La regista richiede agli attori di interagire spontaneamente con le situazioni scelte che i ragazzi, vivono direttamente e quindi comprendono meglio. Così "per finta" i ragazzi incontrano situazioni realistiche o fantastiche in cui possono comprendere meglio fatti e avvenimenti, resi concreti da oggetti ed azioni e possono sperimentare relazioni senza grandi rischi. Stimolati dal gioco, possono inoltre esprimere emozioni, riflessioni, opinioni personali e gli educatori/attori possono comunicare con loro in un modo particolarmente efficace. Infatti il ricorso a tecniche teatrali permette di dare una concretezza alle situazioni proposte pur rimanendo nell’ambito del simbolo.
Inoltre evita di assegnare dei personaggi ed accetta tutte le proposte rendendole funzionali al racconto. Tutti si immergono nella storia e ne diventano parte, assimilandone le azioni ma anche contribuendo a farla rivivere con vissuti personali, spesso molto emozionanti.
Infatti se si cerca di valorizzare le risorse migliori di ognuno e si utilizza la vasta gamma di linguaggi che il teatro offre, è sempre possibile ritagliare ruoli adeguati alle capacità di tutti. Inoltre i limiti diventano una risorsa creativa.
Il copione teatrale viene scritto così dopo le improvvisazioni.
La ripetizione sistematica delle scene inventate dai ragazzi stessi è più semplice e facilita la memorizzazione delle sequenze che di solito, alla fine del percorso, è soddisfacente. Nei casi di maggiore difficoltà è sufficiente che i ragazzi ricordino la situazione e sappiano reagire in modo appropriato agli stimoli dati da un partner .Infatti nell'azione scenica i ragazzi diversamente abili sono sempre sollecitati e sostenuti da un compagno.
Gli spettacoli prodotti dal gruppo hanno caratteristiche di coralità, non ci sono protagonisti che oscurano gli altri.
Ma perché uno spettacolo funzioni, cioè emozioni e catturi gli spettatori, sono indispensabili altri due elementi: un ritmo adeguato che si ottiene solo provando, nel nostro caso, molte volte, ma per tempi brevi; una energia forte che traspare quando gli attori sono molto coinvolti nella recitazione.
Quest’ultimo è l’elemento più importante, non è però difficile percepirla con i ragazzi diversamente abili che, se si trovano bene in una situazione e si divertono, comunicano in un modo disarmante le loro emozioni ed entrano facilmente in empatia con chi li sta ad ascoltare.La Metodologia
La compagnia teatrale utilizza tecniche di improvvisazione teatrale provenienti dall'esperienza del Teatro in educazione che sono mirate ad esaltare le risorse spontanee di ognuno nell'uso dei diversi canali espressivi: voce, gesto, immagine, musicalità....
Ogni incontro della durata di due ore consiste in:
un momento di accoglienza dei convenuti;
esercizi di riscaldamento e respirazione;
sequenze di esercizi e giochi finalizzati ad improvvisazioni in coppia o gruppo;
saluti finali contenenti suggestioni sulle dinamiche interpersonali e le sensazioni provate.
Per l'allestimento di uno spettacolo teatrale la regista e lo scenografo progettano un percorso da proporre agli "attori". Infatti non si parte da un testo teatrale, ma da un racconto letterario che sembra interessante per le problematiche che suggerisce;
La storia viene divisa in scene e le scene vengono concretizzate in situazioni.
laboratorio teatrale laboratorio teatrale
La regista richiede agli attori di interagire spontaneamente con le situazioni scelte che i ragazzi, vivono direttamente e quindi comprendono meglio. Così "per finta" i ragazzi incontrano situazioni realistiche o fantastiche in cui possono comprendere meglio fatti e avvenimenti, resi concreti da oggetti ed azioni e possono sperimentare relazioni senza grandi rischi. Stimolati dal gioco, possono inoltre esprimere emozioni, riflessioni, opinioni personali e gli educatori/attori possono comunicare con loro in un modo particolarmente efficace. Infatti il ricorso a tecniche teatrali permette di dare una concretezza alle situazioni proposte pur rimanendo nell’ambito del simbolo.
Inoltre evita di assegnare dei personaggi ed accetta tutte le proposte rendendole funzionali al racconto. Tutti si immergono nella storia e ne diventano parte, assimilandone le azioni ma anche contribuendo a farla rivivere con vissuti personali, spesso molto emozionanti.
Infatti se si cerca di valorizzare le risorse migliori di ognuno e si utilizza la vasta gamma di linguaggi che il teatro offre, è sempre possibile ritagliare ruoli adeguati alle capacità di tutti. Inoltre i limiti diventano una risorsa creativa.
Il copione teatrale viene scritto così dopo le improvvisazioni.
La ripetizione sistematica delle scene inventate dai ragazzi stessi è più semplice e facilita la memorizzazione delle sequenze che di solito, alla fine del percorso, è soddisfacente. Nei casi di maggiore difficoltà è sufficiente che i ragazzi ricordino la situazione e sappiano reagire in modo appropriato agli stimoli dati da un partner .Infatti nell'azione scenica i ragazzi diversamente abili sono sempre sollecitati e sostenuti da un compagno.
Gli spettacoli prodotti dal gruppo hanno caratteristiche di coralità, non ci sono protagonisti che oscurano gli altri.
Ma perché uno spettacolo funzioni, cioè emozioni e catturi gli spettatori, sono indispensabili altri due elementi: un ritmo adeguato che si ottiene solo provando, nel nostro caso, molte volte, ma per tempi brevi; una energia forte che traspare quando gli attori sono molto coinvolti nella recitazione.
Quest’ultimo è l’elemento più importante, non è però difficile percepirla con i ragazzi diversamente abili che, se si trovano bene in una situazione e si divertono, comunicano in un modo disarmante le loro emozioni ed entrano facilmente in empatia con chi li sta ad ascoltare.La Metodologia
La compagnia teatrale utilizza tecniche di improvvisazione teatrale provenienti dall'esperienza del Teatro in educazione che sono mirate ad esaltare le risorse spontanee di ognuno nell'uso dei diversi canali espressivi: voce, gesto, immagine, musicalità....
Ogni incontro della durata di due ore consiste in:
- un momento di accoglienza dei convenuti;
- esercizi di riscaldamento e respirazione;
- sequenze di esercizi e giochi finalizzati ad improvvisazioni in coppia o gruppo;
- saluti finali contenenti suggestioni sulle dinamiche interpersonali e le sensazioni provate.
Per l'allestimento di uno spettacolo teatrale la regista e lo scenografo progettano un percorso da proporre agli "attori". Infatti non si parte da un testo teatrale, ma da un racconto letterario che sembra interessante per le problematiche che suggerisce;
La storia viene divisa in scene e le scene vengono concretizzate in situazioni.
laboratorio teatrale laboratorio teatrale
La regista richiede agli attori di interagire spontaneamente con le situazioni scelte che i ragazzi, vivono direttamente e quindi comprendono meglio. Così "per finta" i ragazzi incontrano situazioni realistiche o fantastiche in cui possono comprendere meglio fatti e avvenimenti, resi concreti da oggetti ed azioni e possono sperimentare relazioni senza grandi rischi. Stimolati dal gioco, possono inoltre esprimere emozioni, riflessioni, opinioni personali e gli educatori/attori possono comunicare con loro in un modo particolarmente efficace. Infatti il ricorso a tecniche teatrali permette di dare una concretezza alle situazioni proposte pur rimanendo nell’ambito del simbolo.
Inoltre evita di assegnare dei personaggi ed accetta tutte le proposte rendendole funzionali al racconto. Tutti si immergono nella storia e ne diventano parte, assimilandone le azioni ma anche contribuendo a farla rivivere con vissuti personali, spesso molto emozionanti.
Infatti se si cerca di valorizzare le risorse migliori di ognuno e si utilizza la vasta gamma di linguaggi che il teatro offre, è sempre possibile ritagliare ruoli adeguati alle capacità di tutti. Inoltre i limiti diventano una risorsa creativa.
Il copione teatrale viene scritto così dopo le improvvisazioni.
La ripetizione sistematica delle scene inventate dai ragazzi stessi è più semplice e facilita la memorizzazione delle sequenze che di solito, alla fine del percorso, è soddisfacente. Nei casi di maggiore difficoltà è sufficiente che i ragazzi ricordino la situazione e sappiano reagire in modo appropriato agli stimoli dati da un partner .Infatti nell'azione scenica i ragazzi diversamente abili sono sempre sollecitati e sostenuti da un compagno.
Gli spettacoli prodotti dal gruppo hanno caratteristiche di coralità, non ci sono protagonisti che oscurano gli altri.
Ma perché uno spettacolo funzioni, cioè emozioni e catturi gli spettatori, sono indispensabili altri due elementi: un ritmo adeguato che si ottiene solo provando, nel nostro caso, molte volte, ma per tempi brevi; una energia forte che traspare quando gli attori sono molto coinvolti nella recitazione.
Quest’ultimo è l’elemento più importante, non è però difficile percepirla con i ragazzi diversamente abili che, se si trovano bene in una situazione e si divertono, comunicano in un modo disarmante le loro emozioni ed entrano facilmente in empatia con chi li sta ad ascoltare.